A Durban l’accordo “imperfetto” sul clima guarda al futuro

La diciasettesima COP, conferenza internazionale sui cambiamenti climatici,  si è chiusa ieri a Durban con un esito definito «imperfetto» dalla stessa presidente, Maite Nkoana-Mashabane. Per un verso, è innegabile come a valle di una tornata di lavori piuttosto impacciati non si sia certo assistito ad alcun viraggio immediato, né tantomeno corale, alla volta di un nuovo concordato;  dall’altro, guardando a questa COP con il necessario esercizio di realismo (e ricordando la débâcle di Copenhagen, due anni fa, e la non memorabile conferenza di Cancun, l’anno scorso) il prolungamento ad interim del protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012), che farà da ponte in vista dell’accordo globale previsto entro il 2015 e destinato a divenire operativo entro il 2020, segna comunque un passo avanti. «Un passo importante» che, secondo il commento di Legambiente, è «dovuto soprattutto alla coalizione dei volenterosi promossa dall’Europa».

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